quinta-feira, 29 de janeiro de 2015

O centenário de Alberto Burri

Sacco e Rosso, 1954

No último fim de semana visitei a Feira de Arte de Bologna que, dentre suas atividades paralelas, contava com uma bela homenagem ao centenário de Alberto Burri, um artista italiano que eu não conhecia bem (e ainda não conheço, claro!). Gosto das datas redondas por isso: é uma excelente oportunidade para as novas gerações prestarem atenção à produção de artistas que estão em grandes coleções, mas que são exibidos poucas vezes sozinhos.

A programação completa do centenário pode ser acessada aqui.

Grande Ferro M1, 1958
"Alberto Burri nasce a Città di Castello (Perugia) il 12 Marzo 1915. Si laurea in medicina nel 1940. Quale ufficiale medico è fatto prigioniero degli alleati in Tunisia nel 1943 e viene inviato nel campo di Hereford, Texas. Qui comincia a dipingere. Tornato in Italia nel 1946, si stabilisce a Roma e si dedica alla pittura.

Dal 1950 assumono rilievo i "Sacchi", fino a predominare nelle mostre personali che, dopo Roma, si tengono anche in varie città americane ed europee. Agli inizi degli anni ‘60 si segnalano in successione ravvicinata, a Parigi, Roma, L’Aquila, Livorno, e quindi a Houston, Minneapolis, Buffalo, Pasadena, le prime ricapitolazioni antologiche che, con il nuovo contributo delle "Plastiche", diverranno vere e proprie retrospettive storiche, a Darmstadt, Rotterdam, Torino e Parigi (1967-1972). Gli anni ‘70 registrano una progressiva rarefazione dei mezzi tecnici e formali verso soluzioni monumentali, dai "Cretti", ai "Cellotex" , mentre si susseguono le retrospettive storiche in Italia e all’estero. Negli ultimi venti anni della sua carriera Burri realizza complessi organismi ciclici a struttura "polifonica".

Nel 1978 Alberto Burri istituisce a Città di Castello la Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri che prende il nome dal monumentale palazzo che la ospita, le cui caratteristiche richiamano la sobria architettura rinascimentale fiorentina. Degli Albizzini si hanno notizie fino dal XIV secolo e i suoi componenti sono stati protagonisti di rilievo nelle vicende storiche della città: fu probabilmente un certo Ser Filippo di Lodovico a commissionare nel 1504 a Raffaello lo Sposalizio della Vergine per la Cappella di San Giuseppe nella vicina chiesa di San Francesco. Nel 1989 la Fondazione Palazzo Albizzini, per volontà dell’artista, acquisisce gli Ex Seccatoi del Tabacco. Queste architetture irripetibili, di insolita grandezza, completamente dipinte di nero all’esterno sono state trasformate in un’imponente "scultura", sede ideale per i grandi cicli pittorici e per le sculture in ferro esposte nello spazio antistante il complesso architettonico.

Alberto Burri muore a Nizza il 13 Febbraio 1995."

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